Truth Well Told, la verità ben raccontata, e molto altro…
Sono fotografa, regista pubblicitaria e creative production manager anche di The storytellers, che è una casa di produzione integrata che sviluppa progetti, attraverso lo storytelling, quindi attraverso le storie.
Oggi mi è stato chiesto di condividere la mia idea sulla verità ben raccontata. Oggigiorno è sempre più difficile comunicare perché siamo invasi da migliaia e migliaia di annunci promozionali, video, ecc.: l’avvento del digitale ci ha totalmente sommersi. Per quanto riguarda la mia esperienza, tra creatività e produzione, oggi c’è sempre più la necessità di comunicare attraverso le storie, attraverso le emozioni.
Quindi, per quanto riguarda il nostro lavoro, l’obiettivo è quello di andare sempre alla ricerca di valori, di riuscire a trasmettere quello che i clienti ci chiedono, di trovare un nuovo modo di trattare le immagini, le voci e i valori, soprattutto in questo momento in cui la sostenibilità, l’inclusione e i progetti hanno un valore etico e fanno elevare i brand. È un momento dove assolutamente la verità deve venire a galla, ma bisogna farlo sempre in maniera ben studiata e adatta oggi giorno anche al target a cui ci rivolgiamo.
Come lo facciamo? Lo facciamo attraverso un nuovo linguaggio che è quello per il quale The Storytellers si sta battendo negli ultimi periodi: trovare un linguaggio cinematografico all’interno della pubblicità, attraverso la scelta di registi – quindi anche autori che hanno un particolare tono di voce e un particolare stile – e il casting, dunque assolutamente si sta andando alla ricerca anche di attori che riescono a recitare, a trasmettere sensazioni, i valori e la storia.
Faccio anche un esempio su una pubblicità alla quale abbiamo dato il nostro contributo, Trentingrana, la campagna “Ribelli per natura”, dove siamo andati alla ricerca di dei veri caseari trentini ed è stata una quattro giorni di produzione e di ricerca.
Quello che si vede in realtà sono le vere storie di queste persone che hanno fatto propria la storia anche del brand; quindi, quello che in realtà poi si vede davanti allo schermo è solamente una parte di quello che in produzione si è fatto e comunque è un lavoro molto di impegno, molto faticoso e la verità viene raccontata proprio in quei pochi secondi, quei 30 o 15 secondi, e deve assolutamente arrivare nella testa ma anche nel cuore delle persone. Con questo, secondo me, si può fare la differenza.